12.12.12

Fabrizio e Anna, dopo la lite.


 Ricomponiamo. Anzitutto con Anna. Durante il pomeriggio e a cena le ho girato al largo per dare il tempo alle parole che ci siamo detti di sedimentare. Ho atteso di ritrovarla nel morbido comfort della nostra camera da letto. L'ho spiazzata con un: “sono un cretino” e non ho battuto ciglio al suo prevedibile “sì” di risposta e a quel punto abbiamo potuto sviscerare i veleni che ci hanno fatto dire quello che non pensiamo. Due idealismi a confronto: il mio pacato e consapevole, forse a volte rassegnato, il suo arrembante, da eroina romantica. E alla fine dei mille tornanti del nostro discorso è arrivata la sua solita domanda. La porta blindata che lei non riesce a varcare e di cui io stesso forse non ho le chiavi. Anzi visto quanto emerso con il Sommo posso tranquillamente dire di averle perse da un po'.
- Perchè fai quello che fai?

11.12.12

La mummia 6: Berluscothep, ancora una volta il ritorno.


La mummia aveva regnato per un ventennio nel paese. Un piccolo paese insinuato nel mare, dal grande passato, un presente angosciato e un futuro incerto. La mummia aveva regnato per vent'anni quasi ininterrottamente, unica eccezione due brevi periodi, due piccoli apostrofi rosa (in realtà grigi ma rosa in confronto al resto) fra le parole “v'inculo con la sabbia”.

26.4.12

Congetture, misteri, incertezze e... Cazzate.

Ho appena letto su questa pagina di Facebook ("Pedagogica", ve la consiglio se siete interessati alle tematiche dell'educazione), una citazione di John Dewey a proposito della condizione dell'uomo: "L'uomo vive in un mondo di congetture, di mistero, di incertezze". Ha quell'aura da sentenza definitiva che hanno tutti i migliori aforismi ma è poi vera? Se io non fossi certo che alla prossima inspirazione non respirerò acido ci andrei molto cauto a farlo... Se io non fossi certo che la pizza ha un sapore che mi piace non mi verrebbe l'acquolina in bocca al solo pensiero, se i giocatori di calcio non fossero certi che colpendo la palla in un certo modo questa prende un determinato effetto nessuno diventerebbe un campione... ecc... Si possono fare centinaia di esempi di questo tipo. La vita procede di assunzione in assunzione. In effetti pensare che la pizza sarà buona, che l'aria sarà respirabile, che la palla giri in un certo modo... Sono congetture che con il tempo si sono trasformate in certezze. Se davvero vivessimo in un mondo di incertezze non potremmo nemmeno alzarci dal letto al mattino non sapendo se sotto di noi troveremo ancora il pavimento. Quindi John... Figa la tua frase... Ma è una mezza stronzata.

23.4.12

Il "si" e il coraggio di dire "no"


Negli ultimi tempi grazie ai social network su cui un sacco di gente spende un mucchio di tempo abbiamo visto fiorire un'informazione alternativa e siamo letteralmente travolti da un flusso di dati di ogni tipo. Dall'economia al gossip, dalle figure di merda più epiche ai più elaborati oggetti di design. Nulla sembra sfuggire ai tentacoli della rete che più che a una ragnatela sembra assomigliare sempre di più all'isola di plastica che galleggia nel bel mezzo dell'oceano.

20.4.12

Lost in translation


ATTENZIONE: post ad alto tasso di seghe mentali. Dato che avete milioni di cose migliori da fare che leggere questo, potete tranquillamente chiudere la pagina, tanto se siete arrivati fino a qua (grazie) il contatore di visualizzazioni è già scattato e il mio ego è già gratificato (basta poco per farmi contento).

18.4.12

"Farei tutto per te"


Di nuovo vide la nebbia lattiginosa svanire davanti agli occhi e si ritrovò nella radura che aveva scelto. Rabbrividì guardando gli alberi nodosi. È andata bene. Il suo padrone gli aveva spiegato con un certo divertimento che se non si fosse concentrato esattamente sul posto di arrivo avrebbe potuto riapparire proprio dove c'era un oggetto, una pianta, un muro o qualsiasi altra cosa, con conseguenze poco piacevoli e facilmente immaginabili. La radura era a un'ora di cammino dalla capanna ma era abbastanza ampia per metterlo sufficientemente al riparo da un errore di quel genere. Si incamminò lungo il sentiero illuminato da una luna piena e verdastra. Se non mi avessero fatto il favore di strapparmi la camicia non sarei riuscito ad attivare l'incantesimo. Credevo che essere cattivi fosse più facile. Quel capitano sembrava abbastanza cazzuto riuscirà sicuramente a vendicare il piccolo. Quello stronzo aveva detto che non l'avrebbe ucciso invece è successo un macello. Sentì una fitta al cuore.

14.4.12

Diciamolo: gli ateisti hanno rotto il cazzo!


Avvertenza: prima di pensare ecco il solito bigotto ignorante retrogrado oltranzista fanatico rileggete bene il titolo. Ho scritto gli ateisti, non gli atei. Credo che ognuno, in campo metafisico, sia libero di credere a ciò che vuole, anche che non esista per nulla un piano metafisico. Ce l'ho con quelli che assolutizzano il loro punto di vista e lo rendono un “ismo” appunto (i cosiddetti “atei positivi”). E nel caso specifico quelli che propinano a supporto della loro tesi la solita sbrodolata di argomentazioni del tipo “non è logico”, “non ci sono fatti oggettivi”, “la scienza almeno procede per tentativi ed errori la religione no” e via blaterando. A queste persone vorrei segnalare due cose:

13.4.12

Le meraviglie del genere umano: femmine omega


Biblioteca. Sto leggendo la biografia di Einstein (quella cui accennavo qualche post fa), una parte piuttosto complicata che cerca di rendere comprensibile anche alle capre della fisica come me una roba astrusa come la teoria dello spazio curvo. Ogni tanto alzo lo sguardo per meditare su quanto è scritto e guardo le altre persone nella stanza. Qualche vecchietto, molti studenti. Una ragazza che evidentemente confida molto nei suoi occhi color Siberian Husky è seduta ad un tavolo quasi all'estremo opposto della stanza e sta ammazzando di sguardi un ragazzo belloccio seduto vicino a me.

30.3.12

Errata corrige... A proposito di Einstein.

Con sgomento e meraviglia ho scoperto che quanto ho scritto ne "Il sogno di Leo" fa riferimento a qualcosa di storicamente falso... Nel sogno infatti Einstein si rivolge con rabbia al buon Schroedinger e al suo "gatto" considerandolo padre di quei fisici quantistici che tanto ha osteggiato ("Dio non gioca a dadi con l'universo" questo almeno è vero... : P e suscitò la risposta di Bohr "Einstein deve smettere di dire a Dio cosa fare o non fare" ). In realtà i due, nonostante avessero contribuito in modo significativo alla nascita della fisica quantistica, si trovarono ad osteggiarla perché implicava una visione indeterministica/probabilistica dell'universo, e il paradosso del gatto di Schroedinger fu proprio creato per cercare di confutare il principio fondamentale della meccanica quantistica, il principio di indeterminazione di Heisenberg, e riproponeva in modo più "ironico" una stessa argomentazione che Einstein aveva fatto prendendo ad esempio la polvere da sparo. I due quindi non potevano essere più d'accordo di così. Questo mi ha causato lo sgomento cui accennavo all'inizio. La meraviglia invece nasce dal fatto che se io non avessi scritto questo sogno parlando di queste cose non avrei nemmeno scoperto la fallacia nelle mie convinzioni... Dopo aver scritto del sogno infatti in biblioteca mi sono imbattuto in un bel volume dal titolo "Einstein - La sua vita, il suo universo" che non ho resistito a prendere in prestito proprio perché ancora lo spettinato più famoso della storia mi ronzava in testa. Ed è stato proprio in questo volume che ho ritrovato le informazioni che vi ho appena scritto. Si potrebbe dire "e 'sti cazzi?". Già. A me la cosa ha fatto un certo effetto e credo ci sia una qualche implicazione esistenzial/filosofica che mi sfugge. Fra l'altro, la vicenda ha innescato due percorsi mentali piuttosto differenti che hanno generato due idee che forse un giorno potrete leggere o vedere... ; )

29.3.12

Maschi alfa 2


Ore 8.40 solito bar. Sorseggio il caffè macchiato e addento la brioche alla marmellata spulciando la gazzetta dello sport infarcita di una tonnellata di ciance su Milan Barcellona. Rigori negati, interventi miracolosi, gol sbagliati che anche mio nipote che non ha nemmeno due anni avrebbe segnato. L'epica dello sport in un momento che ha bisogno di eroi. Attraverso i Sigur Ros in cuffia, ideali per un risveglio progressivo e non traumatico, filtra un'altra tonnellata di ciance sulle disavventure di un giudice arrestato per non so quale motivo. È un vecchietto che tiene banco e fornisce dettagli e pontifica con l'autorevolezza di chi lascia intendere di essere dentro al giro da un po' e la sa lunga. Si spalanca la porta e il pontificatore prorompe in un “buogniorno” squillante. E subito dopo aggiunge: “Ho visto entrare una luce”. Eeeeeeeh?

28.3.12

La formica Mi e l'incendio


Ecco un esercizio che ci proposero appena iniziato il corso di sceneggiatura... Un articolo di giornale e gli stessi fatti ri-raccontati da un punto di vista particolare...

CORREGGIO – Nella notte fra il 7 e l’8 luglio si è tramutato in strage un incendio scaturito secondo i rilevamenti dei vigili del fuoco dalla panetteria “il mugnaio felice” di via Pasternak. A causa del vento le fiamme si sono diffuse rapidamente alle palazzine circostanti e hanno impegnato i pompieri in un’estenuante lotta durata diverse ore. Pesantissimo il bilancio. Il personale del panificio e diversi abitanti del quartiere sono rimasti vittima delle fiamme o soffocati dai fumi. Il computo totale delle vittime ammonta a trentatre. Ingenti i danni alle strutture, l’edificio in cui si trovava il forno è crollato e i condomini circostanti hanno subito gravi danni che hanno indotto le autorità a decretarne l’evacuazione. Ancora incerte le cause. L’ipotesi più accreditata è che sia scaturito un corto circuito scaturito dai forni della panetteria ma alcuni testimoni riferiscono di aver udito un’accesa discussione provenire dall’interno del negozio fra le 4 e le 5 del mattino. La magistratura ha deciso di aprire un’inchiesta ma le indagini si preannunciano estremamente complicate. Le autorità hanno deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino per commemorare le vittime di questa terribile tragedia.

27.3.12

Il momento del dubbio...

Non mi sto riferendo al dubbio riguardante la qualità della roba scritta (per la serie "sono il nuovo Calvino o sono un poveraccio?"), quello è sempre presente ed è un compagno anche utile in certi casi (soprattutto quando ci si risponde "sono un poveraccio" con buona pace del proprio ego). Il dubbio che da qualche giorno mi attanaglia (potete dedurre che il "momento" del titolo sia appena un po' lungo) è se i fatti raccontati nel post "un nuovo incipit" (se non l'avete letto cliccate qui, questo l'ho inserito solo per fare un po' di pratica con i link) debbano essere riscritti a ruoli invertiti. Ovvero con  Leo che organizza la sorpresa della cena al buio per Irene. Perché farsi simili seghe mentali? Il dubbio è che Leo, che sarà il protagonista della storia, emerga dalla scena un po' passivo... Tutto quello che fa, in sostanza, è lamentarsi e mostrarsi impacciato. Insomma tutt'altro che accattivante. Sicuramente se fosse lui l'organizzatore del lieto evento apparirebbe più attivo e più caratterizzato: sarebbe un giovane uomo che per la propria donna pensa e organizza cose simili... E qui sta l'altro termine del dubbio. Non so perché ma mi suona strano. Detto in altri termini, se per il mio compleanno la mia amata mi combinasse questo scherzetto ne sarei piacevolmente divertito e anche lusingato, se invece l'idea fosse mia mi sentirei scemo e penserei che a lei non piacerebbe. A questo punto mi si potrebbe suggerire che forse il problema sono io. Probabile. Qualcuno diceva che bisogna scrivere di ciò che si conosce ma è anche vero che scrivendo (ci) si conosce.

26.3.12

"Nel mio mestiere o arte scontrosa"

Non c'è nulla da fare. Ci sono giornate in cui le parole vengono e ti senti ispirato, magari ti capita di pensare di aver scritto "quel ramo del lago di como che volge a mezzogiorno..." e quando rileggi noti che invece tutto quello che hai prodotto è "oggi c'è il sole perchè c'è molto bello", però questo è normale, fa parte della dialettica fra ideale e reale. Se tutto fosse facile sin dalla prima scrittura sarebbe persino noioso. Poi ci sono giornate, come per me oggi, in cui le parole scioperano e tutto quello che riesci a pensare è: "Uhm... Aaaahm... Ghhhh... Patata!" (il che non è come pensare ALLA patata... If you know what I mean...). Allora non rimane che spegnere il PC (o tenerlo acceso per fare altro).

23.3.12

Il sogno di Leo.



Leo vide il volto di Irene davanti a sé. Pallido e triste, risaltava nel buio come fosse di marmo e riempiva il vuoto circostante di una presenza inquieta. Il broncio apparente in quel momento era reale, sembrava delusa, sembrava disperata. Era arrabbiata. Gli occhi erano cerchiati come se avesse vegliato per secoli, i bei capelli castani erano bruciati come se quei secoli li avesse trascorsi nel deserto.
- Leo non devi farlo, non ne vale la pena.
- Cosa?

22.3.12

Un altro incipit...



- Sei pronto?
- No, no, aspetta! Due secondi.
Guardò febbrilmente quella stanza che aveva già visto molte volte che però in quel momento, vista la situazione, si rendeva conto di non averla mai guardata davvero. Cercò di imprimersi nella mente almeno la posizione degli spigoli più pericolosi, la disposizione del piccolo tavolo apparecchiato e delle sedie rispetto al letto. Pensò che comunque sarebbe filtrata un po' di luce dall'esterno ma in quel momento notò che Irene si era preoccupata di coprire la finestra con del cartoncino nero.
- Ma hai coperto le finestre! Sei una pazza!
- Ovvio! Tre... Due... Uno... Via!
E spense la luce. Buio. Totale.

21.3.12

Un incipit


- Ti amo.
- Lo so.
Finse di essere indispettito da quella risposta ma in realtà gli piaceva. Per la prima volta nella sua vita era più preoccupato che lei sentisse il suo amore piuttosto di sentire di essere amato ed era una sensazione che lo stupiva. Con Irene era così, ed era il segnale che qualcosa di speciale era capitato nella sua vita anche se ancora stentava a crederlo. La avvolse con le proprie braccia, non era un semplice abbraccio era un tentativo di crearle una nicchia confortevole in cui avrebbe potuto essere felice e al sicuro.

16.3.12

Prova di dialogo per nulla ambizioso sull'esistenza di Dio.


- Dov'è il tuo Dio ora?
Se Irene fu sorpresa da quella domanda non lo diede a vedere. Sembrava sempre indovinare i suoi pensieri.
- Dove è sempre stato... Se Dio è potenza infinita sarebbe ingenuo pensare che si dispieghi nella creazione di un singolo mondo o anche solo di un singolo universo.
- E perché fare tutto questo?
- Perché se non lo avesse fatto non sarebbe un dio.
Leo tacque. Gli sembrava che la risposta di Irene fosse circolare. Dio crea le cose perché è Dio ed è Dio perché le crea. Ormai aveva dato il via a una valanga di pensieri.

31.1.12

Sic transit gloria mundi


“Ti è mai capitato di sentirti sospeso? Come in bilico... Sì. Fra gli “avrebbe potuto essere” appartenenti ormai al passato e i “vorrei che fosse” di un futuro nebuloso. È in una simile condizione che approdai a Roma, Ulisse nella mia vita. Un viaggio breve nello spazio ma lunghissimo nel tempo. Einstein sarebbe fiero di me. Ecco infatti che fra le colonne del foro ti sembra di scorgere Nerone, pazzo e innamorato, cantare la distruzione di Roma, ecco che di fronte alla meraviglia dei quattro fiumi, Bernini sfotte il corteo del Papa e dei cardinali. Lì la casa romana ha ceduto il posto al tempio pagano che ha ceduto il posto alla basilica paleocristiana. Non molto lontano ragazzi indignati spegnevano incendi lanciando estintori, magari dove un gladiatore con le fattezze di Russel Crowe riconquistò la libertà. Nel labirinto di specchi fra verità, storia e leggenda tu, benchè naufrago, sei l'unica certezza. E finisci a mezzanotte di fronte alla cupola delle cupole a piangere di commozione. E, anche nel caso in cui tu non ci abbia mai creduto, raccomandi l'anima a Dio”