16.3.12

Prova di dialogo per nulla ambizioso sull'esistenza di Dio.


- Dov'è il tuo Dio ora?
Se Irene fu sorpresa da quella domanda non lo diede a vedere. Sembrava sempre indovinare i suoi pensieri.
- Dove è sempre stato... Se Dio è potenza infinita sarebbe ingenuo pensare che si dispieghi nella creazione di un singolo mondo o anche solo di un singolo universo.
- E perché fare tutto questo?
- Perché se non lo avesse fatto non sarebbe un dio.
Leo tacque. Gli sembrava che la risposta di Irene fosse circolare. Dio crea le cose perché è Dio ed è Dio perché le crea. Ormai aveva dato il via a una valanga di pensieri.


- E allora tutto il dolore che queste persone provano? Il dolore che prova Yalabrius... Il dolore che hai provato tu? Ammettiamo che Dio esista e abbia veramente creato tutta questa roba proprio perché è Dio. Allora è cattivo.
- Una madre non esita a dare qualche dolore al figlio per il suo bene... E sai cosa le dice il figlio in risposta? “Sei cattiva”. Ma è solo perché non capisce il senso del comportamento della madre. Non capita forse che i genitori decidano di non comprare un giocattolo al figlio? E qual è la motivazione?
- Non abbiamo soldi... Ne hai già tanti... Ora non abbiamo tempo...
- Che è come dire che c'è qualcosa di più importante che avere quel giocattolo. Capiamo allora come mai Dio non esaudisca ogni nostra preghiera... E per il dolore... Possono evitare i genitori che il figlio cada? Tante volte lo afferrano in tempo, altre semplicemente non riescono...
- Quindi Dio non è onnipotente
- Questo non lo so... Quando un figlio cade i genitori se potessero fermerebbero il tempo per attutire la sua caduta... Ma non possono farlo... E forse è proprio nell'esperienza della caduta che il bambino impara qualcosa di sé e del mondo... Impara che il dolore passa... Impara a dare le giuste proporzioni alle cose.
- Quindi Dio non è onnipotente.
Gli parve di cogliere una traccia di esasperazione sul bel viso di lei.
- Credo che non avrebbe senso creare il mondo... Anzi devo dire tutti questi universi a questo punto...
Si concesse un sorriso che lui nella sua ostinazione non ricambiò.
- Non avrebbe senso creare le cose con certe leggi e poi dover continuamente violarle per evitarci ogni male.
- Bastava creare un mondo senza dolore... Senza malattie, senza catastrofi... Senza gente come Yalabrius.
- Un mondo in cui saremmo stati tutti felici sempre perché non c'è la possibilità del dolore? Che mondo sarebbe stato? Che felicità sarebbe stata? La gioia è importante proprio perché la esperiamo in mezzo a momenti di dolore. Altrimenti sarebbe come dover mangiare sempre e solo Nutella... Stucchevole.
- Ma è stucchevole per noi che siamo fatti in questo modo... Già che c'era, poteva farci in un modo completamente diverso in cui la Nutella non ci sarebbe venuta a noia.
- Vero. Ma chi ci dice che non ci sia già un universo costruito in questo modo?
- E allora perché noi saremmo nati qua e altri là? Che poi è lo stesso principio che sta dietro al fatto che alcuni nascono in Europa, fra tutti i comfort, e altri in Africa, perseguitati dalle guerre e dalla fame. Non è un'ingiustizia?
- Dalla nostra prospettiva appare come tale... Ma la nostra prospettiva è limitata... A quanto ne sappiamo potrebbe esserci una compensazione... Oppure chi ci dice che un mondo in cui non c'è dolore sarebbe meglio di questo? La felicità è assenza di dolore? Chi ci dice che effettivamente la vita di qualcuno in Africa sia meno felice della nostra?
- Vai a chiedere a una qualsiasi madre africana se è contenta di vedere i propri figli morire di fame piuttosto che vivere in una villa con piscina.
Pensò di averla messa in scacco, per la prima volta la stava odiando, lei e le sue risposte buoniste misticheggianti.
- Certo potendo scegliere si trasferirebbe subito e da quel momento in poi sarebbe felice. Forse. Forse dopo un po' rimpiangerebbe certe cose. Ma se fosse nata in una villa con piscina invece che in mezzo alle mosche sarebbe davvero più felice?
- Ma già questa è un'ingiustizia. Il loro problema ha a che fare con la possibilità della morte in un qualsiasi momento, il nostro problema è “dove andrò a ubriacarmi questo sabato?”. E il problema mio ora è come salvare questo mondo e riportarti a casa. Ti pare possibile?
Gli sorrise per la tenerezza, la faceva sentire protetta, ma Leo vide nei suoi occhi che non aveva intenzione di lasciar cadere il discorso.
- Sei tu ingiusto ora. A parte noi due che in effetti siamo in una situazione particolare. Le cose che ci rendono infelici non sono certo il non sapere come passare il fine settimana. Ad esempio tu... Leo. Quanto ti sei sentito solo nella tua vita? E quanto sei stato profondamente infelice per la tua solitudine? Quante volte hai pensato di farla finita? Ti sembra un problema piccolo? È solo diverso. Quante volte mi hai detto che preferiresti essere un poveraccio che vive in una baracca perché almeno avresti solo il problema di arrivare in fondo alla giornata?
- Allora Dio ha fatto le cose perché siamo fregati in qualsiasi modo.
- Forse dovremmo semplicemente smettere di incolparlo di qualunque cosa. Forse dovremmo chiamarla con il suo nome: “genetica”. O “vita”. Hai presente quando si dice “il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto”?
- Eh.
- Si pensa che chi vede il bicchiere mezzo pieno sia l'ottimista... Per me non è vero... Vedere il bicchiere mezzo vuoto significa pensare che ci sia più spazio per aggiungere acqua.
- E questo cosa vorrebbe dire?
- La quantità d'acqua è la stessa ma il modo in cui la consideri cambia il modo in cui guardi al contesto e quindi le tue speranze. Io dagli stessi fatti che vedi tu, mi faccio le stesse domande. Prendere in considerazione l'idea che Dio esista per me è come vedere il bicchiere mezzo vuoto nel senso in cui ti dicevo prima... Aumenta lo spazio. E Dio solo sa se abbiamo bisogno di allargare i nostri orizzonti.
- E quelli che hanno la certezza che Dio esista? Quelli che addirittura uccidono per quella certezza?
- Sono come quelli che hanno la certezza che Dio non esiste: non hanno spazio per nient'altro. Ammesso che davvero ci sia qualcuno che ha di queste certezze. Molte volte semplicemente si fingono più certi di quello che sono... Altre volte evitano di porsi le domande...
Si guardarono a lungo e in quello sguardo ritrovarono la similitudine che li aveva attratti sin da quel primo incontro: “Sembri la scoiattola de la spada nella roccia” “Grazie!”.
- Non è il rischio che corriamo noi.
E per un attimo si smarrì nello stupore di avere a che fare con una simile persona.
- Come fai ad essere così?
Gli sorrise.
- Mi basta pensare che il bicchiere sia mezzo vuoto.
Lo abbracciò. Anche se Leo non l'avrebbe mai ammesso, guardava a quello che sarebbe accaduto l'indomani con una briciola di fiducia in più.

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