-
Dov'è il tuo Dio ora?
Se
Irene fu sorpresa da quella domanda non lo diede a vedere. Sembrava
sempre indovinare i suoi pensieri.
-
Dove è sempre stato... Se Dio è potenza infinita sarebbe ingenuo
pensare che si dispieghi nella creazione di un singolo mondo o anche
solo di un singolo universo.
-
E perché fare tutto questo?
-
Perché se non lo avesse fatto non sarebbe un dio.
Leo
tacque. Gli sembrava che la risposta di Irene fosse circolare. Dio
crea le cose perché è Dio ed è Dio perché le crea. Ormai aveva
dato il via a una valanga di pensieri.
-
E allora tutto il dolore che queste persone provano? Il dolore che
prova Yalabrius... Il dolore che hai provato tu? Ammettiamo che Dio
esista e abbia veramente creato tutta questa roba proprio perché è
Dio. Allora è cattivo.
-
Una madre non esita a dare qualche dolore al figlio per il suo
bene... E sai cosa le dice il figlio in risposta? “Sei cattiva”.
Ma è solo perché non capisce il senso del comportamento della
madre. Non capita forse che i genitori decidano di non comprare un
giocattolo al figlio? E qual è la motivazione?
-
Non abbiamo soldi... Ne hai già tanti... Ora non abbiamo tempo...
-
Che è come dire che c'è qualcosa di più importante che avere quel
giocattolo. Capiamo allora come mai Dio non esaudisca ogni nostra
preghiera... E per il dolore... Possono evitare i genitori che il
figlio cada? Tante volte lo afferrano in tempo, altre semplicemente
non riescono...
-
Quindi Dio non è onnipotente
-
Questo non lo so... Quando un figlio cade i genitori se potessero
fermerebbero il tempo per attutire la sua caduta... Ma non possono
farlo... E forse è proprio nell'esperienza della caduta che il
bambino impara qualcosa di sé e del mondo... Impara che il dolore
passa... Impara a dare le giuste proporzioni alle cose.
-
Quindi Dio non è onnipotente.
Gli
parve di cogliere una traccia di esasperazione sul bel viso di lei.
-
Credo che non avrebbe senso creare il mondo... Anzi devo dire tutti
questi universi a questo punto...
Si
concesse un sorriso che lui nella sua ostinazione non ricambiò.
-
Non avrebbe senso creare le cose con certe leggi e poi dover
continuamente violarle per evitarci ogni male.
-
Bastava creare un mondo senza dolore... Senza malattie, senza
catastrofi... Senza gente come Yalabrius.
-
Un mondo in cui saremmo stati tutti felici sempre perché non c'è la
possibilità del dolore? Che mondo sarebbe stato? Che felicità
sarebbe stata? La gioia è importante proprio perché la esperiamo in
mezzo a momenti di dolore. Altrimenti sarebbe come dover mangiare
sempre e solo Nutella... Stucchevole.
-
Ma è stucchevole per noi che siamo fatti in questo modo... Già che
c'era, poteva farci in un modo completamente diverso in cui la
Nutella non ci sarebbe venuta a noia.
-
Vero. Ma chi ci dice che non ci sia già un universo costruito in
questo modo?
-
E allora perché noi saremmo nati qua e altri là? Che poi è lo
stesso principio che sta dietro al fatto che alcuni nascono in
Europa, fra tutti i comfort, e altri in Africa, perseguitati dalle
guerre e dalla fame. Non è un'ingiustizia?
-
Dalla nostra prospettiva appare come tale... Ma la nostra prospettiva
è limitata... A quanto ne sappiamo potrebbe esserci una
compensazione... Oppure chi ci dice che un mondo in cui non c'è
dolore sarebbe meglio di questo? La felicità è assenza di dolore?
Chi ci dice che effettivamente la vita di qualcuno in Africa sia meno
felice della nostra?
-
Vai a chiedere a una qualsiasi madre africana se è contenta di
vedere i propri figli morire di fame piuttosto che vivere in una
villa con piscina.
Pensò
di averla messa in scacco, per la prima volta la stava odiando, lei e
le sue risposte buoniste misticheggianti.
-
Certo potendo scegliere si trasferirebbe subito e da quel momento in
poi sarebbe felice. Forse. Forse dopo un po' rimpiangerebbe certe
cose. Ma se fosse nata in una villa con piscina invece che in mezzo
alle mosche sarebbe davvero più felice?
-
Ma già questa è un'ingiustizia. Il loro problema ha a che fare con
la possibilità della morte in un qualsiasi momento, il nostro
problema è “dove andrò a ubriacarmi questo sabato?”. E il
problema mio ora è come salvare questo mondo e riportarti a casa. Ti
pare possibile?
Gli
sorrise per la tenerezza, la faceva sentire protetta, ma Leo vide nei
suoi occhi che non aveva intenzione di lasciar cadere il discorso.
-
Sei tu ingiusto ora. A parte noi due che in effetti siamo in una
situazione particolare. Le cose che ci rendono infelici non sono
certo il non sapere come passare il fine settimana. Ad esempio tu...
Leo. Quanto ti sei sentito solo nella tua vita? E quanto sei stato
profondamente infelice per la tua solitudine? Quante volte hai
pensato di farla finita? Ti sembra un problema piccolo? È solo
diverso. Quante volte mi hai detto che preferiresti essere un
poveraccio che vive in una baracca perché almeno avresti solo il
problema di arrivare in fondo alla giornata?
-
Allora Dio ha fatto le cose perché siamo fregati in qualsiasi modo.
-
Forse dovremmo semplicemente smettere di incolparlo di qualunque
cosa. Forse dovremmo chiamarla con il suo nome: “genetica”. O
“vita”. Hai presente quando si dice “il bicchiere è mezzo
pieno o mezzo vuoto”?
-
Eh.
-
Si pensa che chi vede il bicchiere mezzo pieno sia l'ottimista... Per
me non è vero... Vedere il bicchiere mezzo vuoto significa pensare
che ci sia più spazio per aggiungere acqua.
-
E questo cosa vorrebbe dire?
-
La quantità d'acqua è la stessa ma il modo in cui la consideri
cambia il modo in cui guardi al contesto e quindi le tue speranze. Io
dagli stessi fatti che vedi tu, mi faccio le stesse domande. Prendere
in considerazione l'idea che Dio esista per me è come vedere il
bicchiere mezzo vuoto nel senso in cui ti dicevo prima... Aumenta lo
spazio. E Dio solo sa se abbiamo bisogno di allargare i nostri
orizzonti.
-
E quelli che hanno la certezza che Dio esista? Quelli che addirittura
uccidono per quella certezza?
-
Sono come quelli che hanno la certezza che Dio non esiste: non
hanno spazio per nient'altro. Ammesso che davvero ci sia qualcuno che
ha di queste certezze. Molte volte semplicemente si fingono più
certi di quello che sono... Altre volte evitano di porsi le
domande...
Si
guardarono a lungo e in quello sguardo ritrovarono la similitudine
che li aveva attratti sin da quel primo incontro: “Sembri la
scoiattola de la spada nella roccia” “Grazie!”.
-
Non è il rischio che corriamo noi.
E
per un attimo si smarrì nello stupore di avere a che fare con una
simile persona.
-
Come fai ad essere così?
Gli
sorrise.
-
Mi basta pensare che il bicchiere sia mezzo vuoto.
Lo
abbracciò. Anche se Leo non l'avrebbe mai ammesso, guardava a quello
che sarebbe accaduto l'indomani con una briciola di fiducia in più.
Nessun commento:
Posta un commento