29.3.12

Maschi alfa 2


Ore 8.40 solito bar. Sorseggio il caffè macchiato e addento la brioche alla marmellata spulciando la gazzetta dello sport infarcita di una tonnellata di ciance su Milan Barcellona. Rigori negati, interventi miracolosi, gol sbagliati che anche mio nipote che non ha nemmeno due anni avrebbe segnato. L'epica dello sport in un momento che ha bisogno di eroi. Attraverso i Sigur Ros in cuffia, ideali per un risveglio progressivo e non traumatico, filtra un'altra tonnellata di ciance sulle disavventure di un giudice arrestato per non so quale motivo. È un vecchietto che tiene banco e fornisce dettagli e pontifica con l'autorevolezza di chi lascia intendere di essere dentro al giro da un po' e la sa lunga. Si spalanca la porta e il pontificatore prorompe in un “buogniorno” squillante. E subito dopo aggiunge: “Ho visto entrare una luce”. Eeeeeeeh?
Sollevo lo sguardo. La luce è una signora biondo finto fra i cinquanta e i sessanta in sospetto di ritocco chirurgico. A quel punto mi soffermo a guardare l'autore del commento, il conoscitore degli ambienti giudiziari reggiani, quello che teneva banco. È uno strano miscuglio di eleganza e trasandatezza che sfiora i settant'anni. Dal cappottino sciatto spicca un foulard di seta, il basco elegante sembra appiccicato a spessi occhiali dalla montatura alla ragioniere degli anni sessanta (e sono sicuro che in questo caso non è una posa). Ha snocciolato quella frase come fosse stata la cosa più naturale da dire, con un tono a metà fra lo scanzonato e il Marlon Brando. La destinataria del complimento sorride e sembra quasi di scorgere un pudico rossore sotto la cazzuolata di stucco per pareti che si è stesa sul viso. Ovviamente non sono l'unico ad essere incuriosito, tutti siamo incantati e sorridenti. Perché in quella frase e nel modo in cui è stata detta, c'è stato un che di così genuino, così privo di malizia e per questo galante, che non è possibile non esserne contagiati al punto che è quasi come se da un momento all'altro potessimo iniziare ad accoppiarci senza badare all'età o alla provenienza sociale (ok, forse sto esagerando un po'). Poi la magia s'è infranta e sono tornato alle pagelle sulla “rosa” ma mi sono apparse per quello che sono: effimere e prive di importanza. Io e il maschio alfa siamo usciti dal bar assieme. L'ho guardato camminare con un passo ciondolante ma fiero. Ho pensato che non sarebbe male invecchiare così.

Nessun commento:

Posta un commento