30.3.12
Errata corrige... A proposito di Einstein.
29.3.12
Maschi alfa 2
Ore 8.40 solito bar. Sorseggio il caffè
macchiato e addento la brioche alla marmellata spulciando la gazzetta
dello sport infarcita di una tonnellata di ciance su Milan
Barcellona. Rigori negati, interventi miracolosi, gol sbagliati che
anche mio nipote che non ha nemmeno due anni avrebbe segnato. L'epica
dello sport in un momento che ha bisogno di eroi. Attraverso i Sigur
Ros in cuffia, ideali per un risveglio progressivo e non traumatico,
filtra un'altra tonnellata di ciance sulle disavventure di un giudice
arrestato per non so quale motivo. È un vecchietto che tiene banco e
fornisce dettagli e pontifica con l'autorevolezza di chi lascia
intendere di essere dentro al giro da un po' e la sa lunga. Si
spalanca la porta e il pontificatore prorompe in un “buogniorno”
squillante. E subito dopo aggiunge: “Ho visto entrare una luce”.
Eeeeeeeh?
28.3.12
La formica Mi e l'incendio
Ecco un esercizio che ci proposero appena iniziato il corso di sceneggiatura... Un articolo di giornale e gli stessi fatti ri-raccontati da un punto di vista particolare...
CORREGGIO – Nella notte fra il 7 e l’8 luglio si è tramutato in strage un incendio scaturito secondo i rilevamenti dei vigili del fuoco dalla panetteria “il mugnaio felice” di via Pasternak. A causa del vento le fiamme si sono diffuse rapidamente alle palazzine circostanti e hanno impegnato i pompieri in un’estenuante lotta durata diverse ore. Pesantissimo il bilancio. Il personale del panificio e diversi abitanti del quartiere sono rimasti vittima delle fiamme o soffocati dai fumi. Il computo totale delle vittime ammonta a trentatre. Ingenti i danni alle strutture, l’edificio in cui si trovava il forno è crollato e i condomini circostanti hanno subito gravi danni che hanno indotto le autorità a decretarne l’evacuazione. Ancora incerte le cause. L’ipotesi più accreditata è che sia scaturito un corto circuito scaturito dai forni della panetteria ma alcuni testimoni riferiscono di aver udito un’accesa discussione provenire dall’interno del negozio fra le 4 e le 5 del mattino. La magistratura ha deciso di aprire un’inchiesta ma le indagini si preannunciano estremamente complicate. Le autorità hanno deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino per commemorare le vittime di questa terribile tragedia.
CORREGGIO – Nella notte fra il 7 e l’8 luglio si è tramutato in strage un incendio scaturito secondo i rilevamenti dei vigili del fuoco dalla panetteria “il mugnaio felice” di via Pasternak. A causa del vento le fiamme si sono diffuse rapidamente alle palazzine circostanti e hanno impegnato i pompieri in un’estenuante lotta durata diverse ore. Pesantissimo il bilancio. Il personale del panificio e diversi abitanti del quartiere sono rimasti vittima delle fiamme o soffocati dai fumi. Il computo totale delle vittime ammonta a trentatre. Ingenti i danni alle strutture, l’edificio in cui si trovava il forno è crollato e i condomini circostanti hanno subito gravi danni che hanno indotto le autorità a decretarne l’evacuazione. Ancora incerte le cause. L’ipotesi più accreditata è che sia scaturito un corto circuito scaturito dai forni della panetteria ma alcuni testimoni riferiscono di aver udito un’accesa discussione provenire dall’interno del negozio fra le 4 e le 5 del mattino. La magistratura ha deciso di aprire un’inchiesta ma le indagini si preannunciano estremamente complicate. Le autorità hanno deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino per commemorare le vittime di questa terribile tragedia.
27.3.12
Il momento del dubbio...
Non mi sto riferendo al dubbio riguardante la qualità della roba scritta (per la serie "sono il nuovo Calvino o sono un poveraccio?"), quello è sempre presente ed è un compagno anche utile in certi casi (soprattutto quando ci si risponde "sono un poveraccio" con buona pace del proprio ego). Il dubbio che da qualche giorno mi attanaglia (potete dedurre che il "momento" del titolo sia appena un po' lungo) è se i fatti raccontati nel post "un nuovo incipit" (se non l'avete letto cliccate qui, questo l'ho inserito solo per fare un po' di pratica con i link) debbano essere riscritti a ruoli invertiti. Ovvero con Leo che organizza la sorpresa della cena al buio per Irene. Perché farsi simili seghe mentali? Il dubbio è che Leo, che sarà il protagonista della storia, emerga dalla scena un po' passivo... Tutto quello che fa, in sostanza, è lamentarsi e mostrarsi impacciato. Insomma tutt'altro che accattivante. Sicuramente se fosse lui l'organizzatore del lieto evento apparirebbe più attivo e più caratterizzato: sarebbe un giovane uomo che per la propria donna pensa e organizza cose simili... E qui sta l'altro termine del dubbio. Non so perché ma mi suona strano. Detto in altri termini, se per il mio compleanno la mia amata mi combinasse questo scherzetto ne sarei piacevolmente divertito e anche lusingato, se invece l'idea fosse mia mi sentirei scemo e penserei che a lei non piacerebbe. A questo punto mi si potrebbe suggerire che forse il problema sono io. Probabile. Qualcuno diceva che bisogna scrivere di ciò che si conosce ma è anche vero che scrivendo (ci) si conosce.
26.3.12
"Nel mio mestiere o arte scontrosa"
Non c'è nulla da fare. Ci sono giornate in cui le parole vengono e ti senti ispirato, magari ti capita di pensare di aver scritto "quel ramo del lago di como che volge a mezzogiorno..." e quando rileggi noti che invece tutto quello che hai prodotto è "oggi c'è il sole perchè c'è molto bello", però questo è normale, fa parte della dialettica fra ideale e reale. Se tutto fosse facile sin dalla prima scrittura sarebbe persino noioso. Poi ci sono giornate, come per me oggi, in cui le parole scioperano e tutto quello che riesci a pensare è: "Uhm... Aaaahm... Ghhhh... Patata!" (il che non è come pensare ALLA patata... If you know what I mean...). Allora non rimane che spegnere il PC (o tenerlo acceso per fare altro).
23.3.12
Il sogno di Leo.
Leo
vide il volto di Irene davanti a sé. Pallido e triste, risaltava nel
buio come fosse di marmo e riempiva il vuoto circostante di una
presenza inquieta. Il broncio apparente in quel momento era reale, sembrava
delusa, sembrava disperata. Era arrabbiata. Gli occhi erano cerchiati come
se avesse vegliato per secoli, i bei capelli castani erano bruciati come se
quei secoli li avesse trascorsi nel deserto.
- Leo
non devi farlo, non ne vale la pena.
-
Cosa?
22.3.12
Un altro incipit...
-
Sei pronto?
-
No, no, aspetta! Due secondi.
Guardò
febbrilmente quella stanza che aveva già visto molte volte che però
in quel momento, vista la situazione, si rendeva conto di non averla
mai guardata davvero. Cercò di imprimersi nella mente almeno la
posizione degli spigoli più pericolosi, la disposizione del piccolo
tavolo apparecchiato e delle sedie rispetto al letto. Pensò che
comunque sarebbe filtrata un po' di luce dall'esterno ma in quel
momento notò che Irene si era preoccupata di coprire la finestra con
del cartoncino nero.
-
Ma hai coperto le finestre! Sei una pazza!
-
Ovvio! Tre... Due... Uno... Via!
E
spense la luce. Buio. Totale.
21.3.12
Un incipit
-
Ti amo.
- Lo
so.
Finse
di essere indispettito da quella risposta ma in realtà gli piaceva.
Per la prima volta nella sua vita era più preoccupato che lei
sentisse il suo amore piuttosto di sentire di essere amato ed era una
sensazione che lo stupiva. Con Irene era così, ed era il segnale che
qualcosa di speciale era capitato nella sua vita anche se ancora
stentava a crederlo. La avvolse con le proprie braccia, non era un
semplice abbraccio era un tentativo di crearle una nicchia
confortevole in cui avrebbe potuto essere felice e al sicuro.
16.3.12
Prova di dialogo per nulla ambizioso sull'esistenza di Dio.
-
Dov'è il tuo Dio ora?
Se
Irene fu sorpresa da quella domanda non lo diede a vedere. Sembrava
sempre indovinare i suoi pensieri.
-
Dove è sempre stato... Se Dio è potenza infinita sarebbe ingenuo
pensare che si dispieghi nella creazione di un singolo mondo o anche
solo di un singolo universo.
-
E perché fare tutto questo?
-
Perché se non lo avesse fatto non sarebbe un dio.
Leo
tacque. Gli sembrava che la risposta di Irene fosse circolare. Dio
crea le cose perché è Dio ed è Dio perché le crea. Ormai aveva
dato il via a una valanga di pensieri.
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