7.8.11

Io vengo da Marte. Non c'è altra spiegazione.

Vi è mai capitato di essere fuori con gli amici, in un locale, ad una festa o un qualsiasi posto vi venga in mente e di affondare in voi stessi? Come se tutto si muovesse in slow motion e vi arrivasse da una distanza siderale. Attutito e ovattato. Ecco. A me capita spessissimo e non ho bisogno di essere ubriaco. Già Thom Yorke si chiedeva in Creep "what the hell am I doing here" e non vi sto a dire quanto questo verso mi sia rimbalzato nelle orecchie nel corso degli anni.

Ecco perché il titolo di questo blog. Nostalgia di un posto che non si è mai visto ma cui in qualche modo si sente di appartenere visto che qua qualsiasi cosa è estranea. Comunque l'avete capito siete capitati in un altro blog esistenzialdepresso.

Secondo me la mia sensazione di alienamento risiede nella mia infanzia (e lo direbbe qualsiasi psicoterapeuta). Ricordo che ero sdraiato sul divano con mio padre. Avevo appena visto una puntata di un qualche cartone animato di robot. Forse Daitarn 3. Durante la puntata c'era stato uno di quei flashbackoni super drammatici in cui si racconta di guerre di alieni e distruzioni. Una storia tristissima. E io piccolo, ingenuo e già un po' matto ne ero rimasto impressionato. Così feci tutto uno sproloquio a mio padre che probabilmente non chiedeva nulla di meglio che abbandonarsi alla pennichella pomeridiana: "voi non siete i miei genitori. Io vengo dall'Europa perché i miei veri genitori sono morti e voi mi avete adottato". Lui rincoglionito dall'abbiocco (almeno spero!) mi rispose "sì!". Avevo cinque/sei anni e il fatto che lo ricordi ancora oggi denota quanto mi abbia segnato quel momento. Poi piano piano ho imparato cosa sia l'Europa.

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