Dato che sono nuovo nel mondo dei blog ieri sera mi sono messo a scuriosare in giro per vedere come la gente utilizzi il mezzo (a scuola di sceneggiatura ci hanno spaccato ampiamente le palle, a ragione a dire il vero, sulla necessità di fare inchiesta prima di iniziare a scrivere). L'unico blog che veramente mi è rimasto impresso, sotto il banner del titolo, recava una specie di contatore. Aveva una scritta che diceva: ogni cinque secondi nel mondo muore un bambino. Appena sotto c'era un cronometro che incessantemente scendeva da 5 a 0. E ogni volta che raggiungeva lo 0 il contatore scattava di un'unità con la scritta: bambini morti oggi. Ecco già mentre ho scritto questa frase (e mentre sto scrivendo quest'altra) sono morti e stanno morendo un paio di bimbi. C'è da perderci il sonno. Da rimanere paralizzati perché il pensiero di fare qualsiasi cosa (quindi di impiegare una quantità di tempo varia) viene immancabilmente convertito in quantità di bambini morti. Ammiro l'autore che ha scelto come prima cosa nel suo blog di affrontare un argomento così pesante e sono stupefatto di fronte all'efficacia del mezzo (quel conto alla rovescia non lascia scampo). Forse però stavo meglio prima. Anche perché penso di non poter fare nulla per evitare quest'ecatombe ma non sono sicuro che sia vero. Il tormento etico si aggiunge quindi all'angoscia. Decisamente è un mondo difficile.
Se vi siete soffermati ad ascoltare la canzone sappiate che dura tre minuti e cinquantacinque secondi. Fate un po' voi il conto. Magari su Marte ogni volta che quel dannato cronometro raggiunge lo zero, un bambino guarisce. E magari ogni volta che un gatto mangia un coniglio poi lo vomita vivo e vegeto...
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