5.10.11

Niente più sonno R.E.M. per me...

Mi ci è voluto un po' per mettermi a scrivere questo post. Non sapevo bene da che parte affrontare l'argomento anche se sentivo in qualche modo di doverlo affrontare. Come quando senti il bisogno di scrivere riguardo un evento traumatico per cercare di riordinare le idee, per provare a comprendere l'incomprensibile.

I R.E.M. si sono sciolti, forse non vi è sfuggita la notizia. Confesso che avendoli seguiti per  venti dei loro trent'anni di onorata carriera, sono rimasto abbastanza scosso. Credo che fosse nell'aria. L'ultimo disco era una cavalcata fra tutte le sfumature della loro musica dal rock scanzonato e un po' surreale dei primi anni (quando cantavano "gardening at night" in un night club prima degli spogliarelli e il "pubblico" lanciava loro bigliettini amichevoli con scritto "se suonate un'altra canzone del genere vi uccido finocchi!"), passando per una nuova edizione di "everybody hurts" ("everyday is yours to win"), fino alla conclusiva "blue", a metà fra quella "country feedback" che Stipe ha indicato come la sua favorita del loro repertorio e "e-bow the letter" che ha visto coronato il sogno di suonare per Patti Smith.



Un evento annunciato quindi, ma non per questo meno traumatico. Sono stati costitutivi della mia identità, del mio sguardo sul mondo. Mi rendo conto di quanto spesso mi trovi a pensare con le loro parole o a provare emozioni che hanno il suono delle loro canzoni.

Quando con un colpo a sorpresa nella mia vita mi sono trasferito prima a Milano poi a Roma per il corso di sceneggiatura, guardando incredulo il duomo con la sua "bela madunina" o la fontana di Trevi e i suoi scrosci, mi sono trovato a pensare commosso "chi avrebbe pensato che il domani potesse essere così strano" (dalla già citata "e-bow the letter").

Quando mi sono trovato a fare volontariato, in mezzo a bambini esagitati e un po' spaventati o ad anziani soli e nostalgici, nella mia testa risuonava "these days" con Stipe che cantava "siamo giovani nonostante gli anni/ siamo speranza nonostante i tempi".

Persino il mio concetto d'amore è stato influenzato dalla loro musica e dai loro versi. Quando mi sono innamorato è stato cercando di trovare un modo per far ridere "la mia più bella" (come cantato in "At my most beautiful") o respirando l'aria intrisa della sua presenza ("you're in the air/ and I'm breathing you" da "You're in the air").

Anche oggi che bestemmio e e mi faccio il mazzo e mi diverto per cercare di realizzare i miei sogni, proprio come straordinariamente fanno tante altre persone come me ("hey now count a thousand million people that's astounding chasing through the city with their stars on bright" da "Uberlin" ecco che non esco da questo gioco), trovo versi perfetti per esprimere come mi sento:

"Voglio Whitman orgoglioso, Patti Lee orgogliosa, i miei fratelli orgogliosi, le mie sorelle orgogliose, voglio me, voglio tutto, lo voglio sensazionale, irresistibile. Questo è il mio tempo e sono emozionato di essere vivo. Il ventesimo secolo collassa nell'ora"

Ed in effetti 30 anni sono collassati in un istante. Senza poter attendere un loro nuovo disco, oggi, su questa terra, questo marziano si sente un po' più solo.

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