14.5.13

Ilda Boccassini, Berlusconi, Ruby e certi "pseudopensatori"


Nice try, Ghedini.

Ho letto questo bell'articoletto su Linkiesta.it e a momenti mi veniva un attacco epilettico.

Come nei souvenir di vetro con la neve finta, chiunque l'abbia scritto questo mescola le carte per meglio sostenere la propria tesi senza dover presentare argomentazioni serie. Con alcune cantonate clamorose.


Anzitutto Berlusconi non è imputato per sfruttamento della prostituzione minorile, ma per aver usufruito di una prostituta minorenne e per aver comesso concussione per cercare di coprire quel reato. C'è una bella differenza, e questa svista basta da sola a togliere ogni credibilità al testo. Ma andiamo avanti che si ride.

Il suddetto reato è piuttosto grave da un punto di vista penale tanto che ha tempi di prescrizione piuttosto lunghi, così lunghi che difficilmente Berlusconi riuscirà a giocare la carta delle dilazioni che già in più di un'occasione gli ha salvato il c...ollo. Ora la questione è... Da un punto di vista politico un simile reato è rilevante? A dimostrarne la rilevanza penso che basti il fatto che il nostro presidente operaio si sarebbe scomodato a telefonare da Parigi per intervenire sul normale procedimento in questura. Inviando addirittura un consigliere regionale per risolvere la faccenda giustificandosi dicendo di voler evitare un incidente diplomatico con l'Egitto. Non è questo un fatto grave? Grave perchè un politico interviene direttamente per alterare il corso degli eventi... E chi mi vieta di pensare che non possa farlo ogni volta che ne ha interesse? Anche quando si tratta di altre faccende? Grave perchè lede la credibilità dello stato, sia fra i cittadini che fra gli altri paesi con cui l'Italia ha relazioni diplomatiche. Grave perchè, come sembrano dimostrare tutti i fatti emersi dopo lo scandalo Ruby, esponeva il capo di governo a una serie infinita di ricatti, cui il nostro eroe ha risposto di tasca propria, ma chissà, magari sfruttando la propria posizione (vedi candidatura di Nicole Minetti). Grave perchè ha visto l'imputato, nonchè proprietario di varie reti televisive, nonchè capo del terzo partito italiano alle ultime elezioni, esibirsi per 2 ore e mezza in una difesa patetica di se stesso, probabilmente mentendo e manipolando (e se mente e manipola in questo caso perchè non dovrebbe farlo in altri?). Gravissimo perchè ha impegnato il parlamento nella votazione di un documento ridicolo in cui si sosteneva che era credibile che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Questo mentre la crisi economica ci stava assalendo e si stava preparando l'attacco speculativo che avrebbe portato il nostro stato a essere praticamente commissariato. Quindi non è esattamente una cosetta da poco da un punto di vista politico e penso che sia sufficiente a spiegare il calo degli elettori. A meno che non si voglia sostenere che gli elettori del PDL sono tutti dei bigotti facilmente scandalizzabili.

Potremmo poi stare a discutere se sia più grave un simile reato piuttosto che l'aver comprato sentenze o evaso le tasse, ma non si tratta di una gara. Un uomo che faccia anche solo una di queste cose è inadatto a governare indipendentemente dalla quantità di voti che prende alle elezioni. Ribadisco il concetto: chi commette anche solo uno di questi reati non dovrebbe poter essere votato. Pena la dissoluzione del patto fra cittadini e stato tanto caro ai filosofi della politica. Pena il cortocircuito inevitabile cui stiamo assistendo, fra politica e magistratura, dove non ci si chiede più se quei reati sono stati commessi o no, ma ci si chiede se Berlusconi sia perseguitato e chi la spunterà. Dove la normale amministrazione della giustizia vede ministri di un governo che scendono in piazza a manifestare contro un altro potere.

E veniamo quindi alla questione responsabilità dei magistrati. Sarei proprio curioso di leggere la definizione di "responsabilità di un magistrato" scritta da questo fine giurista che è l'autore. Che una sentenza si riveli sbagliata non implica necessariamente uno sbaglio di un magistrato. Non stiamo parlando di matematica, ma di questioni legali. Dove, nell'ordinamento giuridico italiano, chi difende ha tutto l'interesse non tanto di dimostrare l'innocenza dell'imputato ma di ostacolare l'accusa. Da cui la dilatazione della durata dei processi, i cavilli sui vizi procedurali, le richieste di ricusazione dei giudici e via tramando. Il risultato sono processi infiniti in cui gli elementi probanti passano in secondo piano. Forse più che pensare di dare la colpa ai magistrati (cosa che prevederebbe sentenze, processi di valutazione, di approfondimento... Con il risultato di rallentare ulteriormente la vita giudiziaria del paese) bisognerebbe pensare a come far funzionare al meglio l'ordinamento che già abbiamo. L'ideona della responsabilità civile dei magistrati è come chi pensasse di tagliarsi un braccio per curare il mal di denti. Geniale.

Aggiungiamo a questi piccoli appunti sul contenuto il fatto che l'articolo inizia parlando del razzismo della Boccassini, continua parlando di Berlusconi e dei suoi processi e si chiude con la questione della responsabilità dei magistrati con salti logici davvero imbarazzanti, senza uno straccio di argomentazione.

Un perfetto esempio di giornalismo pessimo.

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