20.4.13

il Movimento 5 Stelle, Rodotà e un branco di pirla (inclusi noi).

Ok ok oggi è una gara a massacrar Bersani per tutti gli errori che ha fatto e anche per quelli che non ha fatto. C'era un sacco di gente che aspettava questo momento anche solo per poter dire "l'avevo detto io!" che ora è tutto un turbinio di giornalisti in orgasmo, di opinionisti autopompinanti, di elettori fini conoscitori della politica che riempiono pagine e commenti facebook di senno di poi. Eppure ho l'impressione che ci stia sfuggendo qualcosa... Insomma proviamo a rimontare queste ultime deliranti giornate, l'ennesime di questa repubblica senza memoria di sé. Nel caso in cui doveste trovare degli errori segnalateli nei commenti. Vi avverto il post è lungo... Al limite saltate direttamente alle considerazioni conclusive e al finale con il botto.

PROLOGO:
le elezioni si concludono con un pareggio. Praticamente un terzo degli italiani vota il PDL, praticamente un terzo vota PD, un terzo M5S, agli altri le briciole. Data la legge elettorale demente, il PD ha una maggioranza schiacciante alla camera ma è in minoranza al senato. Si crea una situazione di stallo: Bersani e il PD avanzano una proposta, un governo programmatico su 8 punti sui quali tutti in campagna elettorale si dicevano d'accordo. Chi vuole realizzarli può dare l'appoggio esterno al governo per poi lavorare nelle varie commissioni. Il PDL nicchia perchè punta ad entrare nel governo, Scelta Civica nicchia perchè Monti potrebbe essere un nome per un governo di larghe intese (sì con il PDL che due mesi prima l'ha fatto cadere e con il PD che si è preso tutta la colpa del disastro fatto dal precedente governo). Il M5S si arrocca scatenando lotte interne e un dibattito che stranamente però non viene messo ai voti attraverso il web.I giornali fanno a gara nel fornire interpretazioni dietrologiche. Passano due mesi.

PRIMO ATTO:
Grillo indice le quirinarie. Possono votare solo quelli registrati e validati nel sito prima del 31 dicembre 2012. Nelle prime votazioni emergono con prepotenza i nomi di Gino Strada e Emma Bonino seguiti da Romano Prodi. La votazione viene invalidata causa "attacco hacker". LOL. Può essere vero e anche se fosse la direbbe comunque lunga sull'affidabilità di una democrazia fondata sul web. Si ripetono le votazioni cui sembrano partecipare poco meno di cinquantamila persone. Milena Gabanelli al primo posto, Gino Strada al secondo, Rodotà al terzo. Prodi finito all'ottavo posto. Gabanelli e Strada declinano gentilmente l'offertà, Rodotà accetta di buon grado.

Grillo, quello che per cinquanta giorni ha ignorato le richieste dei suoi stessi Grillini di fare un governo con il PD e SEL, magicamente se ne salta fuori con "il PD voti Rodotà poi potremo metterci d'accordo per il governo". Forse è stato anche più vago. I giornali iniziano a titolare "se il PD vota Rodotà si farà un governo con Grillo (sempre quello che per 50 giorni non ha mosso un dito)". Tutti se la bevono. E se la bevono pure quelli del PD, parlamentari ed elettori.

Il PD come al solito si fa prendere in contropiede, propone la freudiana candidatura di Marini, dal profumo di inciucio, al termine di una votazione interna in cui due terzi dell'assemblea danno voto favorevole. In realtà le motivazioni di una simile mossa sono oscure. Oscure non nel senso di incomprensibili (anche), oscure nel senso che non si sanno. Poteva essere un tentativo di gambetto al PDL e a Scelta Civica, poteva essere un vero e proprio tentativo di inciucio, poteva essere un modo per bruciare Marini stesso per toglierlo dalle balle... Insomma ci vorrebbe un indovino. Di tutte le possibili spiegazioni viene preso in considerazione solo l'inciucio. Complice una dichiarazione di non si sa bene chi che dice che Bersani avrebbe proposto a Berlusconi tre nomi, dichiarazione smentita a parole ma apparentemente confermata dalla stessa candidatura del buon Franco. Il popolo del PD insorge via web (quanti? Considerando i numeri dei blog dei politici probabilmente sono poche migliaia) e con una manifestazione di decine di persone che presidiano Montecitorio. E tutti in una sorta di discalculia iniziano a dire che la base del PD vuole Rodotà che oltretutto permetterebbe di fare un governo con Grillo (quello che per cinquanta giorni ecc). Morale della storia? Marini viene boicottato dagli stessi uomini del PD. Il partito si spacca. Popolo del web giubilante. Mai un governo con Berlusconi! (ma chi minchia ha parlato di un governo con Berlusconi?!? Mah...).

SECONDO ATTO:
Il PD di nuovo clamorosamente in ritardo sui tempi si trova in difficoltà (d'altra parte gli altri mica devono discutere per prendere decisioni, uno decide e gli altri eseguono... Sai che risparmio di tempo?) chiede un rinvio della votazione alla conferenza dei capigruppo che figuriamoci se non approfittano per mettere in difficoltà la dirigenza del partito che ha la maggioranza alla camera. Il PD propone la candidatura di Prodi, che sembra ricompattare le fila.

La Lombardi, che in effetti ha straparlato in più di un occasione, si sbilancia a dire che il M5S potrebbe anche votare Prodi, anzi... Che Prodi potrebbe aprire la strada per un dialogo per un eventuale governo. Questa dichiarazione viene poi smentita, ore dopo da Grillo. La Lombardi non ci pensa minimamente a dimettersi dal suo ruolo visto che è stata palesemente contraddetta.

Monti incontra Berlusconi e propone la candidatura della Cancellieri. Non contro Prodi, hanno cura di specificare.

Si va alla votazione. Prodi prende meno voti di quelli che avrebbe dovuto. La carica dei 101 che sembrano dividersi fra Cancellieri e Rodotà. Bersani si dimette, la Bindi pure (anche se poi fa sapere che si era già dimessa giorni fa... Mah...). Prodi si incazza come una serpe e manda tutti al diavolo. All'interno del PD è tutto un fiorire di dichiarazioni feroci nei confronti dei 101 traditori.

ALCUNE CONSIDERAZIONI.
Dopo aver rimontato la faccenda mi sento di condividere con voi alcuni sospetti e alcuni pensieri.

  • Grillo ha preso tutti per il culo. Non ha mai avuto intenzione di fare un governo con il PD, voleva solo spaccarlo. C'è riuscito alla grande riuscendo a fare in modo che esplodesse dall'interno. Un delitto perfetto.
  • Rodotà sembra una candidatura pilotata. A parte la faccenda degli hacker, quest'uomo poco più di un anno fa criticò aspramente Grillo e oggi dichiara "sono candidato dal popolo del web, non da Grillo". Grasse risate. A sua discolpa dice pure che il suo nome era stato proposto da comitato di cittadini prima delle quirinarie. A me questo fa insospettire anche di più, ma a prescindere dalla mia paranoia l'atteggiamento del signor Rodotà a me basta per dire che non lo vorrei presidente nemmeno del Burundi. Ma io sono strano.
  • Naturalmente di tutta la situazione il PDL si sta avvantaggiando immensamente. Non gli par vero di poter passare per quelli che hanno a interesse il bene del paese. Alla Santanchè ieri sera rideva anche il culo.
  • La stampa in varia misura sta avendo un ruolo decisivo nella percezione degli avvenimenti, i social network stanno amplificando a dismisura reazioni viscerali e non ponderate. Tutto sembra molto più manipolabile. Aggiungiamo che si delineano sempre più dei veri e propri corto circuiti fra rappresentanti politici ed elettori via web. In nome di una fraintesa idea di rappresentanza basta pochi (in senso relativo) idioti per alterare e influenzare le decisioni.
FINALE CON IL BOTTO.
Oggi ci troviamo con un partito esploso (ma non è questo il botto) che avrà bisogno di tempo per ricomporsi, un partito guidato da un visionario e mezzo che evidentemente non ha altro interesse se non sfasciare tutto (ricordate i 50 giorni di stallo?) per poi poter prendere tutto, un partito guidato da un uomo il cui unico interesse è salvarsi dai processi. La nostra democrazia è incredibilmente più debole oggi. E spaventosamente a rischio.

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